
Per secoli, essere mancini ha significato convivere con un forte pregiudizio culturale. Chi scriveva o compiva gesti con la mano sinistra veniva spesso considerato “sbagliato”, addirittura “invertito”, e spinto a utilizzare forzatamente la destra. Questa discriminazione non era solo sociale, ma affondava le radici in credenze religiose e superstizioni.
La mano sinistra, infatti, era considerata la “mano del diavolo”, simbolo di impurità, peccato e malvagità. Nelle scuole e nelle famiglie, fino a tempi relativamente recenti, si cercava di correggere i bambini mancini, ignorando la loro naturale predisposizione.
Solo nel corso del XX secolo, grazie a una maggiore comprensione scientifica e a un cambiamento culturale, il mancinismo ha iniziato a essere riconosciuto come una normale variante neurologica. Oggi, pur resistendo ancora alcune tracce di quei vecchi pregiudizi, i mancini sono finalmente liberi di esprimere la propria individualità senza timore o vergogna.